jueves, 28 de julio de 2016

11 de agosto, Blas de Otero en Logroño

En el marco del Festival de Poesía Agosto Clandestino, el jueves once de agosto a las siete y media de la tarde, en la librería Santos Ochoa de la calle Doctores Castroviejo de Logroño, presentaré mi libro EL MADRID DE  BLAS DE OTERO.

Los beneficios de su venta se destinan al proyecto LIBRO SOLIDARIO



Blas de Otero en Logroño durante la guerra civil española

A quienes no puedan asistir, les recuerdo que el libro lo pueden encontrar:   

En su librería habitual, indicando el título, el nombre del autor y que lo distribuyen Elkar y Santos Ochoa

En el País Vasco y Navarra, en las librerías del grupo Elkar

Además:

En San Sebastián : Lagun y Hontza
En Pamplona: Auzolan, Corte Inglés, Librerías Gómez, Troa, Walden, Katakrak
En Logroño: Santos Ochoa, Cerezo
En Soria: Santos Ochoa
En Tudela:Letras a la taza
En Leganés: La libre de barrio

On line:

http://www.santosochoa.es/el-madrid-de-blas-de-otero-9788493664336.html

http://www.elkar.eus/es/liburu_fitxa/MADRID-DE-BLAS-DE-OTERO--EL/ALVARO-OCARIZ--JOSE-ANDRES/9788493664336

miércoles, 20 de julio de 2016

30.000 visitas

Hoy, este blog ha recibido su visita número 30.000.

Las entradas más visitadas son:

27 de mayo, Luis Mariano en Alcobendas                                  1116

Pedro Navarro, Conde de Oliveto                                                 866

Sebastián Iradier, entrevista en Radio Euskadi                             755

2 de junio, Blas de Otero en el Ateneo de Madrid                        679

Luis Mariano en El Argonauta y en...                                            465

8 de marzo, presentación en Vitoria                                               444

26 de abril, Blas de Otero vuelve al CM Cisneros                         399   

un libro, el mejor regalo                                                                 376

Alvaro Ocáriz explora las raíces navarras de Sebastián Iradier     375

19 de febrero, el Gran Capitán en Palencia                                   351


Y por nacionalidades:

España                                        19497

USA                                             3201

Rusia                                            1182

Francia                                          983

Alemania                                      787

Ucrania                                         311

Argentina                                      228

China                                            221

México                                         185

Italia                                             165 

Muchas gracias a todas las personas que han leído estas páginas

lunes, 18 de julio de 2016

Pedro Navarro, Conde de Oliveto


Este es el artículo que envié al blog Historia Regni y que swe puede encontrar en http://www.historiaregni.it/pedro-navarro-e-le-mine-nelle-campagne-ditalia/

Hablo sobre  el Conde Oliveto que no sólo es una calle de Pamplona sino uno de los héroes navarros cuya vida es más interesante. Se puede encontrar una amplia biografía de él en mi libro EL GRAN CAPITAN 

 Cómo conseguir el libro:

En tu librería habitual, indicando el nombre del autor, el título y que lo distribuyen Elkar y Santos Ochoa 

Además:

La Rioja: Santos Ochoa, Cerezo

País Vasco y Navarra. librerías grupo Elkar

San Sebastián: Hontza, Zubieta

Pamplona: Librerías Gómez. Troa

Granada: oficina de turismo de Loja

Y por internet en: 

https://www.elkar.eus/es/liburu_fitxa/gran-capitan-el/alvaro-ocariz-jose-andres/9788460656302

http://www.santosochoa.es/el-gran-capitan-9788460656302.html

A continuación del texto en italiano, aparece el texto en castellano que les envié   

 

Pedro Navarro e le mine nelle Campagne d’Italia

Pedro Navarro e le mine nelle Campagne d’Italia Pedro Navarro nacque nel 1460 nel villaggio di Garde, un paese della Valle di Roncal in Navarra, e morì nella fortezza di Castelnuovo, a Napoli, nel 1528.
Da bambino si dedicò al pascolo e all’agricoltura, ma ancora ragazzo, guidato dal suo desiderio di viaggiare, si imbarcò con alcuni mercanti genovesi e raggiunse l’Italia dove fu al servizio del marchese di Cotron, cavaliere del Regno di Napoli.
Nel 1487 prese parte, ventisettenne, alla guerra che sostennero le repubbliche di Firenze e Genova, militando come semplice soldato agli ordini dei fiorentini. In questa guerra, il talento di Pedro Navarro iniziò ad emergere, egli costruì la sua prima mina di polvere da sparo per demolire roccaforti. Per questo lavoro i fiorentini gli raddoppiarono la paga. Tuttavia la sua invenzione non funzionò così come si aspettavano e quindi Navarro prese a dedicarsi allo studio per il miglioramento e l’ottenimento del massimo effetto delle mine.
Il marchese di Cotron, che fu sequestrato su una nave dagli Ottomani e condotto in Turchia, lo ricompensò per i suoi servigi donandogli una nave con la quale Pedro Navarro si dedicò alla guerra corsara nel Mediterraneo, causando ingenti danni ai pirati, soprattutto nelle acque del Nord Africa. Ciò gli valse il soprannome di “Roncal el Salteador” che gli attribuiscono i suoi biogravi di Navarra.
Nel 1499 fu ferito da un colpo di moschetto durante il tentativo di rubare una nave di pirati portoghesi. Vedendosi ferito, scelse allora di sbarcare a Civitavecchia dove lasciò la vita nel mare.
Fu quindi messo al seguito del Gran Capitan, che ammirava, e ai suoi ordini lottò nelle Campagne d’Italia. Il Gran Capitan affidò a Navarro tutto ciò che riguardava l’ingegneria della spedizione che lasciò Malaga nel maggio del 1500 per unirsi alla squadra veneziana a Messina e così marciare insieme contro i turchi.
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Ritratto di Pedro Navarro, Museo Santa Cruz, Toledo
Pedro Navarro ebbe la prima opportunità di testare con successo le sue mine quando il 25 novembre del 1500 fede saltare in aria una parte delle mura del castello di San Giorgio a Cefalonia. Utilizzò anche zolfo per bruciare i turchi nelle gallerie.
Durante la seconda campagna d’Italia (1500-1504) difese con 600 spagnoli la piazza di Canosa prima degli attacchi dei francesi che operavano sotto il comando del cavalliere Bayardo. Tuttavia, Navarro dovette abbandonare la città per espresso ordine del Gran Capitano; lasciò Canosa con bandiera dispiegata, a tambur battente e osannando la Spagna.
L’anno successivo, si distinse nella battaglia di Cerignola (28 aprile del 1503) per la saggezza con cui diresse artiglieria e moschetti contro la cavalleria pesante francese. In questa battaglia fu chiara la superiorità tattica di Gonzalo Fernandez de Cordoba che intese utilizzare attivamente le fortificazioni nel suo sistema difensivo e controffensivo; in questo caso il terreno fu preparato aprendo un fosso che copriva la propria linea, aprendo una difesa formata dalla terra scavata su cui si fermò la fanteria, ostacolo prima del quale si infransero tutti i tentativi di superamento che realizzarono i francesi.
La vittoria degli spagnoli permise loro di appropriarsi di Napoli il 15 maggio del 1503. Si concentrarono per prendere i castelli di Castelnuovo e Castel dell’Ovo, la cui conquista fu affidata a Pedro Navarro che li prese grazie all’uso delle sue famose mine di polvere da sparo. Gli effetti terribili di queste mine scossero l’opinione pubblica in tutta Europa, e il nome di Pedro Navarro acquisì fama in tutto il mondo.
Più tardi nella campagna del Garigliano (dicembre 1503) fu a capo della fanteria spagnola. Re Ferdinando lo ricompensò concedendogli l’investitura della contea di Alveo o Oliveto, nel Sud dell’Italia. Dopo la seconda campagna, Pedro Navarro, tornò in Spagna e qui il re Fernando gli ordinò di marciare contro il duca di Najera che si era ribellato (1507). Il Duca non ebbe però il coraggio di battersi contro un nemico con tanto credito e rapidamente avviò negoziati di pace.
Nel 1508, re Fernando gli ordinò di inseguire con una squadra spagnola i pirati berberi che avevano assaltato l’Andalucia. La spedizione partì da Malaga, e Pedro Navarro si applicò ad essa in modo efficace, liberato dai pirati tanto la costa spagnola quanto quella africana. Il 23 giugno conquistò il Peñón de Vélez de la Gomera.
Più tardi, aiutò dal mare la guarnigione portoghese di Arcila. Posto a capo dell’esercito che il Cardinale Cisneros finanziò le entrate della sua posizione di Arcivescovo di Toledo, effettuò la conquista di Oran nel 1509. L’anno seguente fu protagonista della prima campagna di Tunisi, nella quale conquistò Bujia, e Algeri, Tunisi e Tremecen furono sottomesse all’autorità della Spagna. La sconfitta e la morte di Garcia de Toledo sull’isola di Djerba e la mancanza di mezzi lo costrinsero ad interrompere le sue conquiste nel Nord Africa. Lasciò Don Diego de Vera al comando di Tripoli e ritornò in Spagna.
Qui trascorse poco tempo di inattività poi tornò in Italia nel 1512 per mettersi agli ordini del vicerè di Napoli Don Ramon de Cardona e partecipare alla terza campagna d’Italia (1511-1513), combattuta da Spagna, Venezia e Roma che formarono una Santa Lega per espellere i francesi dall’Italia. In questa campagna Pedro Navarro si distinse prendendo Bastìa, città fino allora inespugnata, in soli cinque giorni, mentre a Bologna (1512) le sue mine non esplosero a causa dell’umidità e Ramon de Cardona tolse l’assedio lasciando la città ai francesi.
Nell’aprile del 1512 fu combattuta la battaglia di Ravenna in cui Pedro Navarro fu al comando della fanteria spagnola che resistette in perfetto ordine ad attacchi tedeschi e francesi e sostenne la ritirata dalla cavalleria. Nel ritiro definitivo, Pedro Navarro fu ferito e fu fatto prigioniero dai francesi.
Il cavaliere di Labrit, che l’aveva catturato, lo portò in Francia e lo tenne prigioniero per tre anni chiedendo 20.000 scudi per il suo riscatto. Ferdinando si rifiutù di pagare per il suo rilascio e fu re Francesco I di Francia a pagare e quindi ad offrirgli di entrare al suo servizio come generale del suo esercito.
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Statua di Pedro Navarro a Garde, Spagna
Pedro Navarro scrisse al re Ferdinando il Cattolico chiedendo se aveva il suo permesso per abbandonare i suoi servigi, il re gli rispose che poteva farlo perchè era libero.
Pietro Navarro così restituì al Re Cattolico il titolo di Conte di Oliveto e la patente di generale spagnolo.
Con la sua fanteria organizzata alla spagnola, il re Francesco I iniziò la quarta campagna d’Italia (1515). Comandando la fanteria francese, che includeva circa 6.000 baschi e guasconi che si unirono a Francesco I spontaneamente, Pietro Navarro invase il Milanesato nel 1515 e prese possesso delle piazze di Novara, Vigevano e Pavia. Partecipò alla vittoria francese nella battaglia di Marignano, dove impose una disciplina di fuoco agli archibuggieri francesi che sconvolse per intero i compatti squadroni della fanteria svizzera al servizio del vicerè di Napoli.
E’ considerato l’inventore del fuoco per file, utilizzato per la prima volta in questa battaglia. Terminò la sua brillante campagna entrando a Milano alla testa delle sue truppe.
In occasione della quinta campagna d’Italia (1521-1522) tornò in questo paese con la missione di portare soccorsi al generale Lautrc. In questa occasione, fu inquadrato nell’esercito francese che fu sconfitto nella battaglia della Bicocca (1522) nella quale Pietro Navarro si distinse notevolmente.
Dopo la sconfitta, Navarro volle portare i suoi rinfrozi a Genova, però il suo arrivo coincise con la presa della città da parte delle truppe imperiali, così Navarro fu fatto prigioniero dagli spagnoli che lo rinchiusero a Castelnuovo per tre anni.
Con la firma del Trattato di Madrid nel 1526, dopo la sconfitta francese a Pavia, fu rilasciato.
Pedro Navarro riunì le sue truppe in Francia e con esse marciò col generale Lautrec di nuovo in Italia. Il generale morì di peste a Napoli, e Navarro si pose agli ordini del Marchese di Saluzzo. Quando i francesi revocarono il blocco di Napoli, dovettero procedere ad una disastrosa ritirata ad Aversa, e Navarro fu ancora una volta fatto prigioniero dagli Spagnoli.
Fu portato ancora a Napoli e imprigionato per la seconda volta a Castelnuovo.
Carlo V decretò la sua morte per decapitazione, ma il vicerè di Napoli, principe d’Orange, per evitare l’imbarazzo di questo suplizzio, “fue ahogado entre dos almohadas o estrangulado con cuerda por mano del verdugo … estaba tan viejo y achacosa que no podía estarlo más … Pero el emperador fue censudado, pues debía haberle impuesto una prisión perpetua, en la que hubiese podido escribir y dejar algunas interesantes memorias de su arte y ciencia … así he oido que pensaba obrar, y aún que comenzó a hacerlo” (Brantome, en su “Vidas de los grandes capitanes”).
Pedro Navarro morì nel 1528 a 68 anni nel castello che aveva conquistato 25 anni prima.
Il Duca di Sessa, nipote del Gran Capitano, costruì per lui un sepolcro nella chiesa napoletana di Santa Maria la Nova. Sui marmi della tomba si può leggere questo epitaffio: “Ossibus et memoriae Petri Navarri cantabri solerti in expugnandis urbibus arte clarissimi Consalvus Ferdinandus Ludovici filius magni Consalvi nepos suessae princeps ducem gallorum portes secutum pio sepulcri minere honestavit quum hoc in se habebat praeclara virtus ut vel in hoste sit admirabilis, obiit ann. 1528 aug. 28” che possiamo così tradurre “Alle ossa e alla memoria di Pietro Navarro di Cantabria, famosissimo nell’abile arte di espugnare le città. Consalvo Ferdinando, figlio di Ludovico e nipote del grande Consalvo, duca di Sessa, onorò il condottiero con una degna sepoltura. Uomo di straordinario valore, morì il 28 agosto 1528”.
Dettaglio della lastra marmorea sul sepolcro di Pietro Navarro
Dettaglio della lastra marmorea sul sepolcro di Pietro Navarro, Chiesa di Santa Maria la Nova, Napoli

Autore: Josè Andres Alvaro Ocariz

 Pedro Navarro nació en 1460 en la villa de Garde ,una población del navarro valle del Roncal, y murió en el castillo de Castelnovo (Nápoles) en 1528. En sus primeros años se dedicó al pastoreo y al cultivo de la tierra, pero siendo aún niño, y llevado por su deseo de viajar, se embarcó con unos mercaderes genoveses y pasó a Italia, donde entró al servicio del marqués de Cotrón, caballero del reino de Nápoles. 

 En 1487 tomó parte, con 27 años, en la guerra que sostuvieron las repúblicas de Florencia y Génova, militando como un simple soldado a las órdenes de los florentinos. En esta guerra, el talento de Pedro Navarro comenzó a manifestarse, pues construyó sus primeras minas de pólvora para derribar fortalezas, hecho por el cual los florentinos le doblaron la paga. Sin embargo, su invento no funcionó todo lo bien que esperaba Navarro, por lo que se dedicó a estudiar el modo de perfeccionarlo y de lograr el mayor efecto de las minas. El marqués de Cotrón, que fue apresado en una nave por los turcos y conducido a Turquía, le recompensó sus servicios dándole una nave, con la que Pedro Navarro se dedicó al corso por el Mediterráneo, causando grandes daños a los piratas, principalmente a los que operaban en el norte de África. Esto le valió el sobrenombre de Roncal el Salteador que le atribuyen sus biógrafos navarros. 

En 1499 fue herido por un disparo de arcabuz al tratar de asaltar una nave tripulada por piratas portugueses. Viéndose herido, puso rumbo a Civitavecchia, donde desembarcó y renunció a la vida marítima. Se puso a disposición del Gran Capitán, a quien admiraba, y a cuyas órdenes luchó en las Campañas de Italia. El Gran Capitán encomendó a Pedro Navarro todo lo referente a ingeniería en la expedición que salió de Málaga en mayo de 1500 para unirse a la escuadra veneciana en Mesina y así marchar juntos españoles y venecianos contra los turcos.

 Pronto tendría Pedro Navarro su primera oportunidad de probar con éxito sus minas, pues el 25 de noviembre de 1500 logró hacer saltar una parte de la muralla del castillo de San Jorge, en la Cefalonia. También utilizó azufre para quemar a los turcos dentro de sus propias galerías. Durante la segunda campaña de Italia (1500-1504) defendió, con 600 españoles, la plaza de Canosa ante los ataques franceses que operaban al mando del caballero Bayardo. Sin embargo, Navarro tuvo que entregar la plaza por orden expresa de su jefe, el Gran Capitán; salieron de Canosa con bandera desplegada, a tambor batiente y dando vivas a España.

 Al año siguiente, se distinguió en la batalla de Ceriñola (28 de abril de 1503) por el acierto con que dirigió los fuegos de artillería y arcabuces contra la caballería pesada francesa. En la misma, se puso de manifiesto la superioridad táctica de Gonzalo Fernández de Córdoba, al utilizar activamente la fortificación de campaña en su sistema defensivo-contraofensivo; en este caso el terreno fue preparado abriendo un foso que cubría la línea propia, ampliado por un talud formado por la tierra extraída sobre el que se apoyaba la Infantería, obstáculo ante el que se estrellaban todos los intentos de superarlo que realizaban los franceses. La victoria de los españoles les permitió apoderarse de Nápoles el 15 de mayo de 1503. Quedaron por rendir los castillos de Castilnovo y Castel del Ovo , cuya conquista se encomendó a Pedro Navarro, quien los tomó gracias al empleo de sus famosas minas de pólvora. Los terribles efectos de estas minas conmovieron la opinión pública de toda Europa, y el nombre de Pedro Navarro se extendió por el mundo. 

Posteriormente, en la campaña de Garellano (diciembre de 1503) estuvo al frente de la infantería española en numerosos combates y batallas. El rey Fernando el Católico le recompensó dándole la investidura del condado de Alveto u Oliveto, situado en la Italia meridional. Al finalizar la segunda campaña de Italia, Pedro Navarro regresó a España, donde el rey Fernando le ordenó marchar contra el duque de Nájera, que se había rebelado (1507). El duque no se atrevió a combatir contra un enemigo de tanto crédito y entró rápidamente en negociaciones para concertar la paz. 

 En 1508, el rey Fernando el Católico le ordenó perseguir con una escuadra española los piratas berberiscos que habían asolado las costas sevillanas. La expedición partió de Málaga, y Pedro Navarro se aplicó a ello con eficacia, limpiando de piratas tanto las cosas españolas como las africanas. El 23 de junio conquistó el peñón de Vélez de la Gomera. Posteriormente, auxilió desde el mar a la guarnición portuguesa de Arcila. Puesto al frente del ejército que el cardenal Cisneros financió con las rentas de su cargo de arzobispo de Toledo, efectuó la conquista de Orán en 1509. Al año siguiente, protagonizó la primera campaña de Túnez, en la que conquistó Bujía, con lo que Argel, Túnez y Tremecen se sometieron a la autoridad de España. 

La derrota y muerte de García de Toledo en la isla de Yerba y la falta de medios le obligaron a interrumpir sus conquistas en el norte de África. Dejó a don Diego de Vera al mando de Trípoli y regresó a España. En España pasó poco tiempo ocioso, pues regresó a Italia en 1512 para ponerse a las órdenes del virrey de Nápoles don Ramón de Cardona y participar en la tercera campaña de Italia (1511-1513), librada por España, Venecia y el Papa, que formaban una Santa Liga, para expulsar a los franceses de Italia. En esta campaña Pedro Navarro se distinguió tomando la hasta entonces inexpugnable ciudad de Bastia en tan solo cinco días. Pero en el sitio de Bolonia (1512) las minas de Pedro Navarro fracasaron debido a la humedad y al escaso tiempo disponible para preparar sus minas. Ramón de Cardona ordenó levantar el sitio y los franceses continuaron dueños de Bolonia. 

En abril de 1512 se libró la batalla de Rávena, en la que Pedro Navarro estaba al mando de la infantería española, que resistió, en perfecto orden, los ataques de alemanes y franceses enemigos y la retirada de la caballería aliada e infantería italiana. En la retirada final, Pedro Navarro cayó herido y fue hecho prisionero por los franceses. El caballero de Labrit, su captor, le condujo a Francia y le mantuvo en cautiverio tres años mientras pedía un rescate de 20.000 escudos. Fernando el Católico no quiso pagar el rescate de su liberación, por lo que el rey Francisco I de Francia pagó su rescate y le ofreció entrar a su servicio como general de sus ejércitos. 

Pedro Navarro escribió al rey Fernando el Católico para separarse de su servicio, y el rey le contestó que podía hacerlo, pues era libre. Pedro Navarro devolvió al rey Católico el título de conde de Oliveto y la patente de general español. Con su infantería organizada a la española, el rey Francisco I inició la cuarta campaña de Italia (1515). Al mando de la infantería francesa, en la que se incluían unos 6.000 vascos y gascones que acudieron a Francisco I espontáneamente, Pedro Navarro invadió el Milanesado en 1515 y se apoderó de las plazas de Novara, Vigenaro y Pavía. Participó en la victoria francesa de la batalla de Marignano, donde impuso una disciplina de fuego a los arcabuceros franceses que desordenó por completo a los compactos escuadrones de infantería suiza al servicio del virrey de Nápoles.

 Se le considera el inventor del fuego a la voz por filas, utilizada por primera vez en esta batalla. Terminó su brillante campaña entrando en Milán al frente de sus tropas. Con ocasión de la quinta batalla de Italia (1521-1522) volvió a este país con el encargo de llevar socorros al general Lautrec. Con este motivo, se encontraba encuadrado en el ejército francés que fue derrotado en la batalla de Bicoca (1522) y en la que Pedro Navarro se distinguió de manera notable. Después de la derrota, Navarro quiso llevar refuerzos a Génova, pero su llegada coincidió con la toma de la ciudad por las tropas imperiales, por lo que Navarro fue hecho prisionero por los españoles, que lo encerraron en Castelnovo durante tres años. Al firmarse el Tratado de Madrid de 1526, tras la derrota francesa de Pavía, fue puesto en libertad. Pedro Navarro reunió tropas en Francia y con ellas marchó con el general Lautrec de nuevo a Italia. Este murió de peste en el sitio de Nápoles, y Navarro se puso a las órdenes del marqués de Saluzzo. Cuando los franceses levantaron el bloqueo de Nápoles, tuvieron que emprender una desastrosa retirada hacia Aversa, y en ella Navarro resultó de nuevo hecho prisionero por lo españoles. 

Fue conducido otra vez a Nápoles y encerrado por segunda vez en el castillo de Castelnovo. Carlos I decretó su muerte por degollación, pero el virrey de Nápoles, el príncipe de Orange, quiso evitarle la vergüenza de este suplicio, por lo que fue ahogado entre dos almohadas o estrangulado con cuerda por mano del verdugo ... estaba tan viejo y achacosa que no podía estarlo más ... Pero el emperador fue censurado, pues debía haberle impuesto una prisión perpetua, en la que hubiese podido escribir y dejar algunas interesantes memorias de su arte y ciencia ... así he oído que pensaba obrar, y aún que comenzó a hacerlo. (Brantome, en su "Vidas de los grandes capitanes".)

 Pedro Navarro murió en 1528 a los 68 años en el castillo que él había conquistado 25 años antes. El duque de Sessa, sobrino nieto de El Gran Capitán, construyó un sepulcro para Pedro Navarro en la napolitana iglesia de Santa María la Nueva. En dicho sepulcro se puede leer este epitafio: OSSIBUS ET MEMORIAE PETRI NAVARRI CANTABRI SOLERTI IN EXPUGNANDIS URBIBUS ARTE CLARISSIMI GOLSALVUS FERDINANDUS LUDOVICI FILIUS MAGNI GONSALVI NEPOS SUESSAE PRINCEPS DUCEM GALLORUM PARTES SECUTUM PIO SEPULCRI MUNERE HONESTAVIT QUUM HOS IN SE HABEAR PRAECLARA VIRTUS UT VEL IN HOSTE SIT ADMIRABILIS OBIIT AN. 1528. Aug.28 

A las cenizas y a la memoria del cántabro Pedro Navarro, esclarecidísimo en el ingenioso arte de expugnar ciudades. Gonzalo Fernández, hijo de Luis, nieto del gran Gonzalo, Príncipe de Sesa, honró con el piadoso obsequio de un sepulcro al caudillo que siguió el partido de los franceses, teniendo en cuenta que el valor preclaro hasta en el enemigo debe ser admirado. Falleció año 1528. Agosto. 28